Il campione olimpico di ginnastica si è raccontato, a San Pietro di Feletto, al giornalista Fabio Tavelli e ad una platea di campioni: da Silvio Fauner a Kristian Ghedina, da Alessandro Ballan a Marzio Bruseghin, da Oscar De Pellegrin a Sara Cardin, da Alessandra Patelli ai rugbisti Tomas Baravalle e Tiziano Pasquali[br][br]
San Pietro di Feletto (TV), 28 ottobre 2017 Ca’ del Poggio e una serata a cinque cerchi. L’ennesima per uno dei grandi templi dello sport trevigiano. Il protagonista, questa volta, è Igor Cassina, intervistato dal giornalista Fabio Tavelli. Lo spunto arriva dalla biografia del grande ginnasta, campione olimpico nella sbarra ad Atene 2004, scritta da Ilaria Leccardi.[br][br]
Tutto attorno, nell’evento organizzato dalla sezione Aia di Conegliano e da Ca’ del Poggio Ristorante & Resort, c’è una cornice di campioni che hanno scritto pagine importanti dello sport italiano: stelle di ieri, come Silvio Fauner (sci nordico), Kristian Ghedina (sci alpino), Oscar De Pellegrin (tiro con l’arco), Alessandro Ballan e Marzio Bruseghin (ciclismo), Adriana Crisci (ginnastica). E campioni di oggi: da Sara Cardin (karate) ad Alessandra Patelli (canottaggio), a Tomas Baravalle e Tiziano Pasquali (rugby), per arrivare sino a Bernardo Bernardini, diventato triatleta dopo aver rischiato di rimanere paralizzato in un incidente aereo.[br][br]
Accompagnato da Valentina, la fidanzata trevigiana, Cassina ha parlato di sogni (“Sono l’ingrediente che alimenta la vita e consente di porsi obiettivi sempre nuovi”) e momenti difficili (“Ho imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie: perdendo, si diventa atleti migliori”). Di paure (“Ai Mondiali del 2006 sono caduto durante un esercizio: per un anno non ho più avuto il coraggio di proporlo”) e grandi sfide (“Fossi nato nell’ex Unione Sovietica, con il mio fisico alto e gracile, dopo un giorno mi avrebbero cacciato dalla palestra”).[br][br]
Tavelli azzarda un paragone: “Cassina per la ginnastica come Fosbury per il salto in alto: due rivoluzionari, e per questo campioni ancora più grandi”. L’ex ginnasta “venuto dallo spazio”, parafrasando la celebre frase pronunciata dal telecronista Andrea Fusco dopo la conquista dell’oro olimpico, lascia spazio ad aneddoti e ricordi.[br][br]
Episodi che tratteggiano il ritratto di un campione dal volto umano. E forse anche per questo così amato dalla gente, “anche se – ha aggiunto Cassina – c’è stato un momento che la gente mi fermava per strada più per la mia partecipazione a Ballando con le stelle che per la vittoria olimpica”.
I tanti campioni intervenuti alla serata di Ca’ del Poggio non si sono limitati ad applaudire il collega. Sara Cardin, coinvolta da Tavelli, è già con il pensiero a Tokyo 2020 (“Ho aspettato per così tanto tempo che il karate venisse ammesso ai Giochi: ora non attendetevi che mi accontenti di partecipare o di puntare ad una medaglia, andrò lì con l’obiettivo di vincere”).[br][br]
Silvio Fauner ha ricordato i fasti di Lillehammer 1994, “quando la mia ultima frazione della staffetta fece ammutolire centomila norvegesi”. E Kristian Ghedina si accoda: “A me successe la stessa cosa quando vinsi a Kitzbühel, sulla celeberrima Streif: in Austria furono giorni di lutto nazionale”.[br][br]
Marzio Bruseghin non sale in bici da anni (“Alla domenica vado a fare colazione al bar, non ho nostalgia dei tempi andati”). Ale Ballan ringrazia le granfondo: “Ogni tanto mi ci butto. Sono sincero: l’agonismo mi manca”.[br][br]
A proposito di buttarsi, anche un ginnasta può aver paura del vuoto: a Cassina è successo al momento di chiudere la carriera. “Da 6 a 33 anni ho passato le mie giornate in palestra, non sapevo cosa attendermi dal dopo. Mi sono dato nuovi obiettivi e oggi, con Valentina, sono impegnato con un progetto che coniuga sport e nutrizione. La vita va avanti”.
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